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Oggi ho paura che non sia felice senza il mio ragazzo…


Ho 21 anni, ed è dalla prima superiore che ho iniziato a non sentirmi amata da mia madre. Se torno ancora più indietro nel passato in realtà, ricordo in modo vivido un giorno in cui mi diede una sberla, la prima credo. Non ricordo il motivo. Era sera, eravamo in camera sua e mi fece male. Mi disse che ero fortunata perché gli altri bambini se ne prendevano di più se disobbedivano. Poi ci ha preso gusto. Ero piccola però e capivo poco. Avanti con gli anni è peggiorata sempre di più. Poi ha smesso di darmi sberle quando ho iniziato a diventare aggressiva e ribellarmi. La cosa più triste è che io mi sto allontanando sempre di più da mio padre. Ci ho riflettuto molto su questa cosa e sono arrivata alla conclusione che forse mi sono staccata da lui perché mi fa pena. Quando lo guardo soffro troppo. Quando sto con lui e ci parlo la mia prima reazione è la tristezza che provo per lui e l’incazzatura nei confronti di mia madre.
Mia mamma invece è cattiva e non mi fa soffrire stare con lei perché non la commisero. Con lei posso arrabbiarmi e sfogarmi, con mio padre sto zitta a riflettere e odio pensare alla realtà di questa situazione.
È un po’ un controsenso e non è bello per niente ma sono davvero bloccata con lui. Gli voglio molto bene e lo ammiro più fi chiunque altro ma da lontano. Vorrei che prendesse la forza di andarsene, sarei molto felice per lui. Invece sta sempre zitto a subire. Ma perché??? Mia mamma è una strega ad approfittarsene. Ecco che allora la mia unica felicità diventa il mio ragazzo.
Non sono una persona ottimista: piango davvero spesso, o mi sento depressa. Per fortuna non mi è mai capitato di pensare al suicidio. Capita di voler mettere la vita in pausa, o addormentarmi per non soffrire, ma vedo sempre un seguito dopo la pausa, mai la morte. Inoltre mi capita che mi manchi il respiro. Spesso succede quando mangio (anche se sono felice). Forse non respiro correttamente, e divento tutta rossa sulle guance e a chiazze sul collo e decolleté.  Mi capita anche quando parlo molto o mi arrabbio.
Se il mio ragazzo dice una cosa che non gradisco (esempio: sei grande! Non hai ancora una carta di credito?/ oppure: non sono del tutto contrario alle armi), io gli faccio subito capire che il mio punto di vista è diverso dal suo, e mi arrabbio. Iniziamo a discutere e poi la discussione si tramuta in litigata. Se litigo con lui non riesco a godermi nemmeno una splendida giornata. E quando mi chiede perché sto cosí male, sono in uno stato di confusione talmente grande che non mi esce nulla dalla bocca. Sto male fisicamente: sento un nodo alla gola, respiro ma mi manca l’aria, ho il fegato amaro. Può durare sei, quattro ore. Se dura 1 ora é un ottimo risultato per i miei standard.
L’arrabbiatura/ tristezza spesso viene scaturita da piccole cose , come quelle che citavo prima. Ma a posteriori ritengo che la colpa non sia quasi mai sua.
A volte imputo a lui i miei problemi e gli dico di voler tornare a casa perché non ce la faccio a continuare cosi. Ma una volta a casa sono ancora più disperata e vorrei ritornare da lui. Mi dispiace molto di come lo tratto, ho paura di somigliare a mia madre. Gli chiedo sempre scusa e cerco SEMPRE di chiarire. Odio non farlo perché mi ricorda mia madre, che lascia sempre questioni in sospeso e non sa chiedere scusa. Faccio di tutto per risultare diversa da lei e non fare soffrire le persone allo stesso modo.
Con le amiche o amici non provo tali sensazioni.
Da quanto descritto sembra che la relazione con il mio ragazzo sia terribile, ma ci tengo a precisare che ho citato solo i momenti tristi. Per fortuna ci sono anche tanti momenti meravigliosi e sono capace di provare gioia e felicità, anche se non in modo continuativo. Lui é paziente con me e dopo anni conosce i miei difetti, perciò anche se si arrabbia poi cerca sempre di sostenermi.
Da fuori appaio come una persona solare e sicura di sé. Studio economia e ho iniziato uno stage, ho buoni risultati e mi circondo di ottimi amici. Ma il mondo che vivo all’interno delle pareti di casa mia è diverso.
Oggi ho paura. Ho paura perché sono consapevole che sia dannoso non riuscire ad essere felice senza il mio ragazzo. Non so se sono depressa o sono solo molto pessimista, ma sono davvero felice di avervi scritto.
È la prima volta in tutta la mia vita che cerco aiuto, anche se ho sempre voluto farlo. È una cosa che accantonavo e cercavo di dimenticare, rimandare.
É sbagliato vedere sempre il mio fidanzato? Cosa dovrei fare con i miei genitori?
Ascolto la vostra opinione, e vi ringrazio nuovamente.

Adelaide, 21 anni


Cara Adelaide,
la tua storia ci ha molto colpito ed anche commosso. Ti ringraziamo per la fiducia che hai riposto in noi donandoci una parte preziosa ed intima dei tuoi vissuti.
Riteniamo che scrivendoci queste parole hai fatto un grande regalo a te stessa, visto che era da molto che volevi chiedere aiuto ed oggi sei riuscita a farlo.
Dalle tue parole emerge il ritratto di una ragazza che ha lottato molto e che nonostante le difficoltà non si è mai arresa ed è riuscita a seguire ciò in cui crede.
Sai durante l’adolescenza capita molto spesso di entrare in conflitto con i propri genitori, tu scrivi che hai iniziato ad avere un cattivo rapporto con tua madre dal primo superiore. Ciò è naturale poichè in questa fase si ha bisogno di spazi nuovi ed autonomia e si iniziano a vedere i difetti dei genitori che fino a pochi anni prima sembravano perfetti. I conflitti divengono tanto più aspri se già durante l’infanzia non si è creato un legame positivo con le figure genitoriali.
E dalla tua storia emerge come la figura di tua madre sia stata da te vissuta sempre in modo negativo, parli di violenze fisiche, mancanza di sostegno e conforto. E’ naturale pensare come la Adelaide bambina sia cresciuta probabilmente con un vissuto di paura, di non essere abbastanza e di difficoltà a fidarsi. Poiché il legame con il materno è portatore della fiducia e dell’autostima verso la vita.
Come scrivi tu stessa tua mamma forse è “vittima” a sua volta della sua storia, ed è un bene che tu ne sia consapevole.
vorremmo che tu valorizzassi i tuoi sforzi e tutte le cose che hai raggiunto nonostante la mancanza di “una base sicura”. Sei una brava studentessa universitaria, sei anche riuscita a creare una storia d’amore importante. Questo vuol dire che hai ottime risorse e resilienza.
La tua paura di essere come tua madre decade di fronte alla tua voglia di migliorare e all’autocritica ed anche al bisogno di essere aiutata.
Anche ciò che provi verso tuo padre ci sembra naturale. devi sapere che i rapporti con i genitori possono migliorare ma c’è bisogno di un giusto tempo e riteniamo che prima tu debba pensare a stare meglio a proteggerti, ed in futuro potrai anche pensare a perdonarli.
Sei talmente giovane che puoi trasformare la tua vita come vorrai.
Sappiamo come questi giorni di quarantena rendano tutto più complesso, ma forse proprio il non poter più scappare da te stessa e dal dolore ti ha permesso finalmente di aprirti. Quindi possiamo pensare che proprio in questi giorni complessi si può approfittare per riflettere su se stessi e capire cosa si vorrà fare appena tutto sarà concluso.
non possiamo dirti se è sbagliato o meno vedere tanto il tuo fidanzato ma se lo ritieni un attaccamento eccessivo per te forse c’è qualcosa su cui vorresti lavorare.
Potresti valutare, visto che lo pensavi da molto, di recarti ad emergenza conclusa, da uno psicologo proprio per lavorare sul tuo modo di stare in relazione ma anche per elaborare il rapporto con i tuoi genitori.
Nell’attesa ti consigliamo di provare ad essere un po’ più indulgente
con te stessa, a coccolare le tue fragilità e sofferenze. Te lo meriti.
Sicuramente non potrai cambiare tua madre o tuo padre ma potrai cambiare il tuo modo di viverli riducendo la sofferenza.
Siamo sicuri che avrai le risorse necessarie per farlo.
Un caro saluto.
andrà tutto bene!